mercoledì 16 marzo 2016

La Nera Signora


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.



(Cesare Pavese)


Non sempre le cose vanno come vogliamo noi, questo è vero, lo sappiamo tutti, sopratutto se riguardano sfere delicate come le malattie in tutte le sue sfumature, ma sopratutto malattie più subdole, come la depressione, i disturbi alimentari e altre malattie che rientrano in questa categoria.

Questa è una settimana "no", svegliarsi al mattino e avere pochi minuti di "tranquillità" prima che il demone della depressione mi assalga è l'unico momento della giornata che ho veramente per me; dove so che sono me stessa senza che il tarlo dell'ansia, del panico e dell'angoscia mi aggredisca.
La depressione non ti fa più godere il mondo: non apprezzi più le cose, tutto è insipido e senza attrattiva. Non ti fa pensare lucidamente, non ti fa capire le cose, non ti fa apprezzare le persone che ti stanno accanto. Qualsiasi cosa facessi prima della malattia non m'interessa più: telefilm, musica, videogiochi, libri. Tutto questo non ha più nessun tipo di attrattiva per me. Trovare qualcosa che mi faccia emozionare o interessare è impossibile, il dolore sordo che mi pervade l'anima non me lo permette.
Al massimo le persone come me trovano consolatorio quelle cose che ci sollevano (ma solo temporaneamente) dal dolore, ma tendenzialmente abbiamo l'abitudine poi ad abusarne: dall'alcool alle droghe, dal cibo al fumo, dalle medicine ufficiali al dolore autoinflitto. Si scivola nella dipendenza e nell'abuso senza quasi accorgersene. Io sono stata fortunata nella sfortuna: droghe e fumo non mi hanno mai ispirato, così come il dolore e le medicine, ma l'alcool mi ha tentato parecchie volte e ne sono uscita, quasi indenne.
Chi soffre di depressione non sa cosa fare per smettere di soffrire. Io non sono la persona più adatta a parlarne perché io soffro di quella che viene comunemente detta Depressione Post Traumatica, ci sono altri tipi di depressione, anche peggiore della mia. Non sono un luminare e non mi permetto di dire a nessuno cosa deve fare, posso dire soltanto che capisco molti di voi, so cosa si prova a non avere nessun tipo di stimolo dalla vita, nessun genere d'interesse. Il mondo diventa un posto buio dove non c'è più alcuna possibilità di illuminarlo.

Il problema più grande però, non siamo solo noi ma  tutti gli altri.

La gente non capisce, non sa e continua a vivere bellamente nella sua ignoranza. Beati loro, dico io, perché chi è intelligente non è così fortunato da vivere senza pensieri. Lo stolto mangia, dorme e cerca un altro stolto per riprodursi a caso, guarda Maria de Filippi ed è felice così, convinto di essere nel giusto.
Vivono tutti di preconcetti e di etichette da affibbiare alla gente che gli sta attorno, siamo tutti a volte vecchi, brutti, ciccioni, magri, ecc a seconda di chi ci troviamo davanti.
Tendenzialmente ognuno di noi ha delle etichette che gli vengono affibbiate più sovente di altre, il problema e che se per le persone "sane" queste parole scivolano via con una scrollata di spalle, per alcuni di noi sono vere pugnalate al cuore. Magari hai passato tutta la giornata nel tentativo disperato di vedere il "bello" nelle piccole cose (sinceramente sono stufa delle "piccole cose", vorrei roba più sostanziosa nella mia vita insulsa) e ti capita un imprevisto che per te diventa una tragedia insormontabile.
Sinceramente e personalmente, sono molto stanca e stufa di dover giustificare in continuazione il mio aspetto e il mio peso alla gente, sono anche stanca di dover dare spiegazioni continue sulle mie scelte di vita personali, ma la cosa che mi fa più incazzare di tutte è la totale mancanza di tatto da parte di queste scimmie urlatrici con cui mi ritrovo a che fare quasi tutti i giorni.
Se nelle fasi di "calma" della depressione è facile ignorarli e magari, dargli anche un bel benservito, in pieno Down certe cose sono quasi insormontabili per me, come ho già detto prima.
Vorrei far sapere a questi personaggetti da operetta di quart'ordine che le loro opinioni saccenti a noi non interessano più, per chi come me soffre di depressione o di disturbi alimentari o qualsiasi altra patologia, non abbiamo bisogno delle loro parole, dei loro consigli delle palle. Perché se sto male ho bisogno solo di essere lasciata in pace, magari di essere distratta un pò con una chiaccherata di stronzate, non di parole a caso come "c'è gente che sta peggio di te" o "Non fai qualcosa di pratico per uscirne?" perché di certe frasi non ce ne facciamo nulla. Perché la depressione è come stare in una stanza in fiamme e l'unica via d'uscita è buttarti dalla finestra. Sai che morirai, ma sai che sarà veloce e non come bruciare vivo.
Perché certi giorni vorresti solo infilarti dritto nelle braccia della Nera Signora.
Perché certe notti ti svegli di colpo e pensi che non ci sia nulla che possa salvarti.


mercoledì 9 marzo 2016

Muoversi nelle tenebre

Muoversi, raggiungere mete, cercare la propria libertà viaggiando. Lo facciamo anche noi, a molti Goth piace viaggiare ad esempio me, che sono un'anima inquieta e odio stare a casa, sono sempre in giro, in movimento ma ho anche un'età che mi permette di avere una macchina di proprietà e di poter scegliere come e quando spostarsi.
Ma esiste un auto preferita dai Goth?
Secondo una ricerca condotta anni fa, tra i Goth americani, l'auto gotica per eccellenza era il Pt Cruise della Crysler, un macchinone immenso dall'aspetto retrò, che ricordava un carro funebre. Io, anni addietro, quando cercavo un auto per il mio lavoro di scultrice, ero andata a vederne uno usato
. Esteticamente era bellissimo, bello e tronfio come lo possono essere le auto americane, ma aveva i suoi punti deboli: troppo ingombrante, una meccanica costosa e dei consumi importanti. Quindi avevo optato per un altro mezzo che di Goth non aveva nulla ma che mi tornava utile per il mio lavoro.
Scegliere l'auto dei propri sogni non è facile, non sempre abbiamo la disponibilità economica per permettercela e siamo costretti ad accontentarci. Per esempio ho sempre desiderato un'auto nera ma in tutta la mia vita le ho avute di tutti i colori tranne quello, mi sono promessa che, un giorno, avrò un auto nera come piace a me (magari sportiva).
Ma se vogliamo sognare, c'è una categoria di auto che mi sono sempre piaciute: i carri funebri.
Per anni ho tenuto una splendida Volkswagen  Passat Variant, che un pò ricordava un carro funebre, ma i più belli in assoluto rimangono, per me, quelli d'epoca americani.
Ma qual è la storia dei carri funebri?
Il carro funebre motorizzato non è che l'evoluzione del famoso carro trainato dai cavalli (solitamente quattro) che ha iniziato la sua carriera intorno al 1900 proprio in America, il primo modello aveva un motore elettrico e non assomigliava assolutamente a quelli che conosciamo adesso, il suo successore, con il motore a scoppio, era un ibrido tra un autobus e un carro per cavalli. All'inizio erano un capriccio per le persone facoltose, una macchina del genere aveva un prezzo spropositato per l'epoca e potevano permetterselo solo le persone più facoltose, con l'avvento della commercializzazione del motore a scoppio, i carri funebri scesero di prezzo e le Pompe Funebri iniziarono a comprarli per le loro esequie. Nel 1930 fu creato il vero primo carro funebre come lo conosciamo noi: un elegante limousine nera in grado di accompagnarci nell'aldilà con stile.
All'epoca i carri funebri non venivano solo usati per i funerali, nelle comunità più piccole venivano usati anche come ambulanze in caso di necessità. Solo più avanti negli anni le regole sanitarie imposero che si usassero due veicoli distinti per i due scopi.
In America, i carri funebri erano solitamente  Cadillac, Lincoln e Buick customizzate per l'evenienza. Le case automobilistiche fornivano le auto adatte e queste venivano modificate per essere trasformate e ancor oggi sono auto create artigianalmente. Il più grosso costruttore in America è Accubuilt Inc in Ohio mentre la Wolfington Body Company and Binz Hearses utilizza le scocche della Mercedes Benz per i suoi carri funebri.
Auto meravigliose, curate in ogni dettaglio e con un prezzo piuttosto importante. Ma ciò non ha desistito ai fans di questa tipologia di auto dal comprarle usate, customizzarle ed arrivare anche ad organizzare dei raduni per appassionati.
Qui in Italia la morte è ancora un tabù fortissimo e rimangono legati al loro "lavoro" ma nulla ci
toglie di poter "sognare" di averne uno americano.



mercoledì 2 marzo 2016

La maschera del Diavolo

Oggi toccherò un argomento che mi perseguita sin dalla mia giovine età, e che mi ha accompagnato in questi lunghi anni di tribolata vita (un tocco gotico che ci sta sempre bene).
Vi ho già fatto alcuni post sul make up, dove comprarlo, cosa c'è di bello in giro, come truccarsi, come esprimere al meglio se stessi. Oggi vorrei affrontare l'argomento inverso, come affrontare il mondo con la propria vera faccia.
A differenza del resto del mondo, per noi Goth il make up è uno dei tanti modi che abbiamo per esprimere noi stessi. La maggior parte della gente si trucca per camuffare occhiaie, difetti più o meno evidenti, cercare di avere un aspetto piacevole, cercare di piacere a se stessi seguendo più o meno le mode del momento. Per il Goth il make up è una linea drammatica nella sua oscura vita, l'eyeliner sottolinea uno sguardo languido, le labbra rosso sangue in memoria delle creature notturne che molti di noi amano. Ci serve per mostrare al mondo il nostro io interiore.
In questo paese in cui sopratutto le donne hanno un ruolo solo e ben definito dal quale è ben difficile uscirne, anche mostrarsi in pubblico diventa ostico persino per noi. Sopratutto per i più giovani.
Si fa una gran confusione su questo argomento, se per noi esprimere noi stessi con il make up che più ci rappresenta (o che rappresenta il nostro ideale di bellezza), tutti gli altri fraintendono. E' facilissimo per una ragazza dall'animo oscuro sentirsi apostrofata come una "poco di buono" per via del suo trucco (come se quello fosse indice di moralità, e anche sulla parola stessa ci sarebbe da discutere), oppure di sentirsi dire di essere un'esibizionista o una persona "aggressiva" quando ormai, abbiamo imparato che le fregature più grosse le abbiamo da chi si veste socialmente bene (vedi i nostri allegri politici). E questa è una lezione che, teoricamente, avrebbero dovuto imparare da tempo anche tutti gli altri. Invece mi ritrovo ad avere a che fare con persone che rimangono scioccate nel sapere che sono stata sposata undici anni ("Tu?? Non l'avrei mai detto") o che dopo un "Piacere di conoscerti" partono subito con: "No, a me non piacciono le ragazze aggressive". Oppure con personaggi che si prendono subito delle confidenze che mai gli avrei dato e, dopo il primo vaffanculo d'ordinanza, hanno anche il coraggio di arrabbiarsi
perché erano convinti del fatto che sicuramente ero una conquista facile. Oppure gente che sta lontano e ti guarda come se fossero atterrati gli ufo in piazza, per quest'ultima categoria ritenetevi fortunati: chi non vi rivolge la parola per sue paranoie o altro è una grossa fortuna per voi, vi risparmiate un sacco di tempo ad avere a che fare con dei perfetti idioti.
Ci sono anche quelli che partono in quarta dandovi consigli (non richiesti) tendenzialmente con un tono di supponenza. Un "Stai meglio senza trucco" penso ce lo siamo sentite/i dire tutte/i, peggio ancora per i fanciulli che molte volte si sentono chiedere se sono ragazzi o ragazze come se agli uomini il make up fosse proibito da qualche legge. Purtroppo viviamo in una società degenere e corrotta che ha stipulato una serie di convenzioni sociali per i soli due generi che riconosce (maschile e femminile) e uscendo da quelle regole si finisce tutti nel cestino del "drogato, satanista, nullafacente, troia, ecc...", la cosa più triste è che l'ho riscontrata anche in quello che dovrebbe essere il nostro habitat naturale ma per un semplice motivo: ci sono una marea infinita di poser in giro.
Sappiate che se siete in un club e qualcuno ha la faccia tosta di venir a criticare il vostro aspetto o, come fa la maggior parte della gente, lo fa alle vostre spalle, Questi ridicoli personaggi sono poser, ovvero gentaglietta da quattro soldi che non hanno capito nulla del vero spirito che risiede in tutte le culture alternative ma che cerca di farne parte per essere "personaggi" o cose simili. Come se nessuno sapesse che alle serate tendenzialmente cerchiamo di essere ancora più belli del solito.
Non preoccupatevi di loro, il Karma vede e provvede.
Comunque ricordatevi sempre: fate ciò che vi fa sentire bene. Purtroppo con gli idioti abbiamo a che fare tutti i giorni e sono dell'idea che sarà sempre peggio, quindi non badateci, mai. Siate sempre voi stessi.